Patio de Los Leones, con volte a muqarnas
Nonostante la visita ufficiale del complesso, che non dura meno di 4 ore, cominci proprio dal Palazzo nazario, il nucleo primitivo di questa meraviglia del mondo moderno è il palazzo dell’Alcazaba, nato come quartiere generale e difensivo della cittadella, il cui carattere militare lascia il posto ad una dimensione più privata, con l’ideazione di spazi che potessero essere adibiti a residenza personale del Sultano.
Privato, ma non nascosto. Privato come i giardini del Generalife, terza perla della cittadella sorta sulla collina che tutto vede, come un abbraccio, come una benedizione moresca sulla città che comincia a muoversi, a brulicare. Privato come una residenza estiva, un divertissement per rinfrescare le afose notti andaluse. Giardini verdi, in cui ci si perde, labirinti con rose e palme, che in un gonfio pomeriggio di fine novembre svelano tutti i colori di questa terra, l’Al- Andalus (nome musulmano per la Penisola Iberica).
Dopo la cacciata moresca dalla Spagna, ad opera dei Re Cattolici, -la premiata ditta Isabella & Ferdinando, le cui bare sono oggi custodite nella Capilla Real, al centro della città, in una cripta interrata ma visibile allo spettatore- e l’espansione verso le odierne Americhe, i cristiani ri- popolano le terre lasciate dai Mori. Gli ultimi scuri in terra andalusa, i mudejar, continuano ad abitare nei dintorni, fondendosi e sparpagliandosi nel pittoresco quartiere di Albayzin, che si snoda a macchia d’olio sulla parte sinistra della città. Lo percorro sotto la pioggia: acqua che purifica per i Musulmani, che riflette le gesta ed i palazzi, resi imperituri dalla bontà del tempo andaluso, dove fa (quasi) sempre caldo, e le piazze sono circondate da limoni e mandarini. Acqua che funge da specchio, come uno scuro Narciso, che in essa si autocelebra. Acqua che diventa neve, sulle montagne della Sierra Nevada che vedo dalla Torre dell’Osservatorio del Museo della Scienza, al di là del fiume.
Ma proprio questa sua superba bellezza sfrontatezza, non ricordo ma immagine riflessa, nelle acque religiosamente impure, incastrata come una pallottola nel cuore, convince i Re Cattolici, ad usare la sua bellezza a loro gloria, trasformandola in residenza reale fino alla morte della Regina Isabella nel 1504. Bypassato e passato a miglior vita l’inconsolabile Ferdinando, il nipote della sovrana Carlo I, decide di abbellirlo ulteriormente con la costruzione della sua rotonda residenza, il Palazzo Reale, ora sede del Museo delle Belle Arti e del Museo dell’Alhambra.
“Pronto? Parlo con Marc Zuckerberg?
“Si, sono io, chi parla?”
“Pronto, si sono la Regina Isabella di Castiglia, regina consorte di Aragona, Valencia, Sardegna, Maiorca e…”
“Seeeeeeeeee, va bè, io sono Winston Churchill”
E riattacca.
Dopo 7 tentativi, una chiamata a testa fatta fare dai figli, per un totale di 12 chiamate, la regina sconsolata chiamò il marito.
“Ferdyyyyyyyyyyyy!”
“E, che vuoi? Sto giocando a Guitar Hero, non mi distrarre”
“Dai, ti prego portami fuori a mangiare due tapas, è stata una giornata orrenda, guarda. Ma tu lo conosci Zuckerberg? Quel tale, il fondatore di Facebook. Ha proprio un comportamento da cafone guarda. Non possiamo che so, scomunicarlo?”
” Che dici, non sei mica il Papa.”
Ma già le dita di Isabella fremevano, scorrendo la rubrica dello smartphone. Eccolo.
“Pronto, sua Eminenza Papa Francesco, come sta? Qui Isa. Tutto bene in Vaticano? Noi non ci lamentiamo, grazie, raffreddori a parte. Senta, Francy, avrei da chiederle un favorino…”
to be continued
* Isabella di Castiglia (1541- 1504), divenne regina nel 1474, ed insieme al marito Ferdinando d’Aragona attuò la Reconquista, cacciando i mori dalla Spagna, e rinconquistando i terrioti perduti, nello stesso anno in cui C. Colombo scoprì l’America. Fino alla sua morte, avvenuta nel 1504, la regina difese strenuamente la religione cattolica, tanto da defuinire il periodo in cui visse con il consorte “Il periodo dei Re Cattolici”
** Carlo I, noto anche come Carlo V (1500-1558), una delle figure politiche più importanti del suo Regno. Sua la affermazione secondo la quale “Sul mio regno non tramonta mai il sole”, in quanto intrecci dinastici piuttosto fortunati lo fecero diventare erede di un vastissimo impero.
*** Isabella del Portogallo, moglie di Carlo I, dal quale ebbe 6 figli. Donna molto intelligente e fra le più belle del suo tempo, morì prematuramente dando alla luce l’ultimo figlio. A causa del lutto, il re non si riprese mai più.
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