In generale nella vita

Tutto l’amore che non sapevo di avere.

Dicono che l’amore di una madre sia l’amore più grande che si possa provare.

Così dicono. Ma io che ne so, in fondo non sono una madre.

Ho tanti nipoti acquisiti, e per tutti sono zia Baudy.

Sono madrina di Alessio, che ogni anno diventa più bello, ma che non perde (per fortuna) la voglia di abbracciarmi tutte le volte che mi vede, che siano trascorsi mesi o solo un paio di giorni.

Sono madrina di Maggie, che sospetto abbia imparato a fidarsi completamente di me solo ieri, mentre eravamo in acqua, aggrappandosi alla mia pelle con le sue manine.

Sono zia di Tommaso, e lo sono diventata un undici agosto di cinque anni fa. Da quel momento, ho fatto una scoperta. Che anche io posso tutto l’amore che non sapevo di avere.

E pensare che tutto l’amore che non sapevo esistesse lo avevo già visto da qualche parte.

Ma è come quelle cose che metti lì, in tasca, mentre sei impegnato a fare altro. Fanno giri in lavatrice, nel mio caso quasi tutti a 30 gradi, e te li ritrovi nelle tasche, cartoncini sbiaditi da interpretare.

Saranno mica scontrini da scaricare? Lì avrò’ dati al commercialista?

Saranno mica i miei scarabocchi, quando mi parte l’ispirazione e scrivo su qualunque cosa trovi, in primis sui tovagliolini dei bar?

Invece si trattava di tutto l’amore che avevo visto, chiuso in comode bustine monodose.

C’era la donna che avevo conosciuto a Skiathos, ad Agia Paraskevi. Si era venuta a lamentare (ed a ragione), perché la stanza che le avevamo dato non andava bene. Fra le lacrime di nervoso mi aveva detto che era venuta lì per tranquillizzarsi e passare una settimana con il figlio “Sai non ho molto tempo, non sarò più qui l’anno prossimo, voglio che mio figlio abbia dei bei ricordi, questo è tutto quello che posso.” Quello era tutto l’amore che lei poteva.

C’era la coppia che avevo conosciuto a Sharm, i bambini non arrivavano, si erano presi un pò di tempo. Quello era tutto quello che potevano, allora. Ma per fortuna tutto quello che loro possono adesso è altro, e consiste nel prendersi cura del loro maschietto, che sta crescendo, lo vedo dalle foto di Facebook.

C’ero e ci sono io, e quando ti ho preso in braccio la prima volta, piccolo Tommy, ho realizzato che il non sapevo esistesse è una affermazione che non è vera. O almeno lo è nella misura in cui si incrociano le braccia. 

Ma per te le mie braccia sono sempre state aperte, sin da quando tuo padre, per vincere la mia paura di farti del male, mi ha detto: ” Dai zia, prendi in braccio tuo nipote.”

E da lì, da quel caldo giorno di mezzo agosto di cinque anni fa, quello che non sapevo esistesse è improvvisamente esistito.

Come esistono le tue lentiggini, che vivono di vita propria sul tuo naso, che sono simili alle mie.

Come esiste il tuo sorriso che tua nonna, nonché mia madre, definisce di circostanza, così come il mio. Ma io lo so, Tommaso, che non lo è. E’ un sorriso largo, magari esagerato, ma impara a fregartene, sempre meglio di quelli che non ridono mai, dammi retta.

Come esiste la tua goffaggine, il tuo appetito, preludio (spero) di un amore per la vita.

Come esiste la tua fortuna al gioco, in quello hai preso da tua madre e da zio Luigi. La memoria no, quella l’hai assolutamente presa da me. Mi raccomando, allenala sempre con le parole crociate. Non dimenticare che una buona memoria può essere una rottura di scatole in tante situazioni, perché è uno zainetto che ti porti sempre dietro, e pesa sempre di più. Ma sai, gli zainetti hanno spesso tasche interne insospettabili, e la vita è lunga, un paio di posti sicuri ti serviranno sicuramente.

Come sicuramente cadrai, e ti sbuccerai le ginocchia. E magari ti sbucciassi solo quelle. Vorrei poterti dire che ci sarà sempre dell’acqua ossigenata a portata di mano, ma spesso troverai delle scatole di pronto soccorso sprovviste di tutto, neanche un paio di garze, e forbicine arrugginite che andrebbero disinfettate, ma senza acqua ossigenata come si fa? Farai con quello che avrai, come abbiamo fatto tutti. Alla peggio rimane la cicatrice, spero solo che siano piccole, non ti assicuro niente su quelle dell’anima, ed anche per quelle, farai con quello che avrai, come abbiamo fatto tutti .

E sicuramente piangerai. Sai Tommaso le persone ti deludono, ci deludono, ma non lo fanno apposta. Noi abbiamo la grande fortuna di essere tanto amati (forse amati è troppo? allora diciamo benvoluti, dai), da non pensare che nel mondo ci siano persone per cui la fiducia negli altri non è scontata, ma un premio da meritare. Per quelle persone noi saremo una cartina di tornasole, ci useranno come metro per prendere le misure al resto del mondo.

E sicuramente ti farai delle domande. Ed a molte, noi grandi non sappiamo cosa rispondere, ti svelo un segreto. Ma ti dico anche una cosa, non smettere mai di fartele, perché la maggior parte delle volte già conosci la risposta, ti serve solo una piccola spinta per partire.

Guida con prudenza. Tratta le donne con rispetto ed intelligenza. Ricorda sempre che una donna ti ha partorito, eh. Tratta le persone tutte con rispetto ed intelligenza.

Non vergognarti mai di nulla, tutto è risolvibile, anche se la vita spaventa perché fa delle curve a gomito che ti colgono di sorpresa, e non riesci a capirne la durata, la difficoltà, la lunghezza. Anche qui ti svelo un altro segreto: più cresci, e meno ne capisci, per cui non ti incazzare, prendi il buono di quello che viene, e sul resto lascia decantare, anche il migliore dei vini ha bisogno di ossigenare prima di essere bevuto.

Pero’ una cosa l’ho capita, in tutti questi anni di ginocchia sbucciate, di cicatrici, di pianti, ma anche e soprattutto di cose belle: non permettere a nessuno di abbassare il tuo volume, di dirti di andare più veloce, di deridere i tuoi pensieri, di accorciare il tuo fiato.

Hai mai visto uno che ha il fiato corto andare avanti? Io no.

La vita può essere un’avventura meravigliosa, per cui caro Tommy, gambe in spalla, respira a pieni polmoni, vai sempre al tuo tempo, che per molti potrebbe non essere il giusto, ma chissenefrega, se non altro, è il tuo.

Ah, e soprattutto, sii felice.

Dicono che l’amore di una madre sia l’amore più grande che si possa provare.

Così dicono. Ma io che ne so, in fondo non sono una madre.

Ma per tutto l’amore che non sapevo di avere, e che ora posso, mi sembra di andarci dannatamente vicino.

Spero che Tommy possa essere un numero 50.

8 commenti

  • Sara Amateis

    Mancava leggerti….ed è sempre un piacere farlo…!scorrendo il paragrafo ho visto Tonmaso…l’ho visto muoversi…giocare…riflettere…mangiare…vi ho visti insieme mentre diventate grandi insieme…tutti i bimbi meriterebbero una zia come te…!

  • Federico

    Solo una Zia può abbracciare come una Mamma, consigliare come un’amica, coccolare come una nonna e mantenere i segreti come una sorella…
    Tanti auguri al piccolo Tommy, sei fortunato hai una super Zia che ti vuole un mondo di bene…

  • Federica

    A volte come zie senza figli siamo sottovalutate,a dire di alcuni non abbiamo l’istinto materno.Credo invece che siamo più obbiettive in alcuni casi,e in quanto a coccole,vizi e amore non ci batte nessuno(forse solo qualche nonno)

  • Marta

    Finalmente leggo la mia Baudy, intendo Baudy è tornata, in formato zia ha ritrovato la sua essenza, ha decantato un po’ ed è tornata allegra, matura ma sorridente, affaticata ma vincente come solo le anime belle. Grazie Tommaso per averla “risvegliata”.

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