L'alfabeto ai tempi del Covid

Dalla Bi alla Emme.

B di (Piano) B:  molte categorie sono state messe a dura prova, in primis il turismo ed il settore degli eventi, in cui io bazzico da diversi anni. Nei primi giorni abbiamo tutti creduto che #andràtuttobene sarebbe stato un arcobaleno colorato che ci saremmo portati dietro come una spilla sul cappotto, o come una bandiera sbiadita da mettere nell’armadio e ritirare fuori con il nuovo cambio stagione del prossimo anno, magari ripiegandola accennando un mezzo sorriso. Invece no. Perché a distanza di giorni, molti di lockdown, ormai neanche le linee dei colori si distinguono più. Dove finisce l’arcobaleno? E con quale colore? A me capita spesso di vederli dal finestrino del treno schiantarsi con la riga orizzontale della campagna.  E non lo sa neppure Pablo Neruda, che la domanda se l’è posta molto meglio di me “Dove finisce l’arcobaleno, nella tua anima o all’orizzonte?”

C di CONTE: Il Giuseppi nazionale, il Patrick Swayze dei giorni nostri, l’idolo del gruppo omonimo delle “Bimbe di”. Le sue conferenze stampa sono state l’appuntamento da non perdere durante tutta l’emergenza, immancabili tanto quanto le 20.30 dei giovedì sera degli anni ’90 in cui tutte noi bambine/ ragazzine attendevamo con ansia la nuova puntata di Beverly Hills. Ammetto però, nonostante avessi 9 anni all’epoca, di non aver avuto la medesima difficoltà nel capire la trama delle puntate, seppure toccassero temi adolescenziali e molto più grandi di me, rispetto al terrore provato alla fine delle dirette del premier, in cui attendevo che qualcuno scrivesse qualcosa per vedere se effettivamente IO ci avessi capito qualcosa.

D di DISTANZIAMENTO SOCIALE: dicono che per i piemontesi non sia cambiato molto rispetto a prima, perché i piemontesi non amano contatti fisici, non stringono mani, se ne stanno per i fatti loro, e quindi i piemontesi del distanziamento sociale hanno fatto il loro marchio di fabbrica da anni. Dicono anche che le eccezioni confermino la regola, ma io e mio padre, entrambi piemontesi al 100% allora siamo l’eccezione che la invalida, la regola.

E di EMPATIA: introvabile (a volte) come il lievito nei giorni in cui impastare e fare torte e pasta come le meglio massaie sembrava l’unica ambizione della giornata. Su questo punto direi che mi sono spesa abbastanza, se qualcuno non ricordasse, ripropongo volentieri il mio post:
http://etuttouncammino.it/2020/04/17/toccarla-piano/

F di FUNERALI: ai tempi del Covid, 15 è il numero massimo consentito di persone che possono partecipare al rito. Io pero’ non ne vorrei solo 15, di persone al mio funerale, ne vorrei molte di più. Ma d’altronde da morta, che potrei fare? Però vorrei che in chiesa suonassero Maracaibo, quello si. Va be’ dai, fuori dalla chiesa va bene uguale.

G di GRATITUDINE: per tutti quelli che in questi mesi ci hanno chiesto “Come va?”, “Hai bisogno?”

Ormai otto anni fa, ero in Messico con un gruppo, all’aeroporto di Cancun. Come d’abitudine, chiudevo la fila, e mi accertavo che non ci fossero bagagli rimasti incustoditi sul nastro trasportatore; per questo, alle partenze era tutto un distribuire di etichette bagaglio, mi raccomando scrivete bene i vostri nomi, e ricordatevi di recuperare i vostri bagagli all’arrivo.

Gli ospiti erano tutti arrivati dicevo, e si erano diretti ai bus che li attendevano al parcheggio. Oltre al mio bagaglio, recuperai al nastro pacchi, roll up, scatole etcc, ed anche il bagaglio dimenticato di tale sig. Rossi, ho sempre avuto buona memoria, per cui mi fu facile riconoscere il cognome in uno di quelli del mio gruppo. Uscii caria’ me nasu ( carica come un asino), come dicono i piemontesi, e salii su tutti i bus per trovare il sig. Rossi e ridargli il bagaglio. Lo trovai, lui era seduto al fondo del secondo bus, mi venne incontro, e mi disse: “Ah, mi sembrava di aver dimenticato qualcosa! Grazie, mi ricorderò’ di te, ti offrirò’ almeno un caffè.” Dopo due giorni dall’inizio della vacanza (la loro), stavo controllando la navetta per Playa del Carmen, si ripaleso’ il sig. Rossi, che mentre stava per salire il terzo gradino, mi chiese distrattamente: “ Ma tu, quando sei arrivata?” 

La gratitudine è un sentimento nobile, semplice, tanto diffuso e sottovalutato come l’ombrellino dentro al cocktail, che se c’è fa troppo villaggio turistico, e se non c’è, te ne manca proprio un pezzo, ammettiamolo.

I di ISOLAMENTO:  a cui siamo stati tutti costretti, nostro malgrado. C’è chi lo ha sperimentato la prima volta, chi con la sua natura selvatica ci convive da anni. C’è chi lo ha apprezzato, e chi invece non vede l’ora di tornare alla vita frenetica e sociale di prima. Io penso che non è vero che questa esperienza ci abbia resi tutti migliori, anzi. Chi prima aveva iniziato un percorso di introspezione, lo farà ancora più rapidamente, chi era stronzo prima, stronzo rimarra’. Come dicevamo, l’arcobaleno potrà pure finire nell’ anima di ciascuno, ma se suoni alla porta e non trovi nessuno, alzi i tacchi, e te ne vai. E non sempre ti prendi il disturbo di lasciare il biglietto con scritto di richiamare.

L di Lockdown: parola composta da lock, “serratura” e down “giu’”, anche se per me di mandate alla serratura ne hanno date più di una.  Per colorare il mio balcone un mese fa circa ho scelto l’ elicriso, o fiore di carta, ha dei petali ruvidi al tatto, è come sfogliare una risma di A4. Per caso, ho scoperto in seguito che questo fiore significa “esilio”. In effetti, che cosa sono stati quei giorni di chiusura totale, se non una moderna forma di esilio, anche se in casa propria?

M di MASCHERINE: FFP 2, FFP3, chirurgiche, soprattutto introvabili, prezzo calmierato a 0,50, le aziende riconvertono la produzione, ieri bikini e haute couture, oggi anche lavabili in tinta, e guai se dici che la mascherina fashion costa 6,00 euro perché sei subito un approfittatore senza coscienza. Lato mio, ammetto di averne comprate 6 colorate, mi piace cambiare e non ci vedo nulla di male; quando mi è arrivato il pacco, ho esultato nello stesso modo (contenuto) di quando seppi di essere risultata prima nelle graduatorie per la borsa di studio all’università di Leicester.

to be continued…


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