In generale nella vita

Tommaso ed Oceania (parte I)

Mia sorella è nata in una domenica di aprile.

Nonna, a differenza di quando sono nato io, non si è presa le gocce per calmarsi, ma ha fatto un giro per la fiera con mia zia Franca, sorella di mamma, e mi ha comprato una moto con un motociclista sopra, la cui testa è perennemente girata a sinistra- non è un difetto di fabbrica, è proprio fatto così. Inutile dire che ora è il giocattolo preferito di mia sorella.

Tutti i nonni sono venuti in ospedale nel primo pomeriggio, insieme all’immancabile ed onnipresente Zia Franca, e zio Aldo, il fratello di nonna.

Abbiamo fatto le solite foto di rito: mia sorella inconsapevole protagonista in braccio a Zia Franca, consapevole invece e ben decisa a prendersi il suo posto in primo piano, al centro della scena; mia madre poverina è relegata nell’angolo della foto, con il camice da partoriente ed il sorriso largo, come a dire: “lo sforzo l’ho fatto io, mi faccio da parte, ma solo per questo scatto.”

Il sorriso di mamma è largo come il bene che mi vogliono, lei e papà, anche se io ogni tanto sono briccone.

Ero abituato ad essere il solo, mentre loro da soli non sono mai stati, il loro primo anniversario di matrimonio, io avevo già due mesi.

Zia Franca è l’unica che mi può capire, perché anche lei è primogenita.

Mamma, papà, nonna, sono tutti secondi, nonno è perfino terzogenito, nato settimino e quasi per sbaglio, a dieci anni di distanza dal fratello. Sarà per quello che mi raccontano che li ha fatti impazzire tutti, da bambino.

Stavamo bene in tre. Stavo bene da solo.

Anche a Zia Franca piacciono i numeri dispari. Ripete spesso che a lei i numeri pari, gli anni pari, non portano bene. Zia Franca è un numero dispari, un eterno uno, e a me va bene così, perché mi fa un sacco di regali, il sabato mattina andiamo in edicola a comprare le figurine; la nonna dice che mi da troppi vizi, ma Zia dice che se non li spende per me, non sa dove metterli, anche se mamma le dice sempre che noi non abbiamo bisogno di niente, e se li deve mettere da parte, ma Zia dice che qualcuno dovrà pure andare a guardarla ogni tanto in ospizio.

Mia sorella si chiama Oceania, il nome l’ho scelto io, come il cartone della Disney.

Oceania ha la faccia seria, pochi capelli tendenti al rosso, gli occhi verdi, ma non è mangiona come me.

To be continued…

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