In generale nella vita

Prima fila vista mare

Un famoso aforisma recita “In the future, everyone will be world- famous for 15 minutes”-

Che tradotto, suona così: “Nel futuro ognuno sarà famoso per 15 minuti”.

La paternità di queste parole e’ contesa da due grandi fotografi, Andy Warhol, – figura eclettica e poliedrica, protagonista della Pop Art (e non solo) del XX secolo,- e Nat Finkelstein, fotografo inviato dal proprio giornale a scrivere un articolo sul neonato movimento di cui sopra, e che proprio nella Factory si fermo’ per circa tre anni, scattando foto che ad oggi sono definite come fra le più iconiche di quegli anni.

Andy Warhol: “Tutti vogliono diventare famosi.”

Nat Finkelstein: “Si, per circa 15 minuti.”

Il resto (dell’aforisma), è storia. Anche nostra, perché chi di noi non vuole provare e trovare il proprio – seppure breve- posto al sole?

Chi sotto il sole ci è nato, ed ha cercato poi (invano) di proteggersi, fu la Principessa Margaret di Inghilterra, sorella minore dell’inossidabile e lucida Regina Elisabetta II.

Condannata all’infelicità dall’etichetta di corte, che le impedì di impalmare il fedelissimo (al padre di lei) capitano Townsed perché già sposato, Margaret si accontentò’ di un fotografo a cui venne cucito addosso un improbabile titolo nobiliare per nobilitarne i natali, e lei da principessa divenne anche contessa. Dopo il naufragio dell’improbabile matrimonio, la contessa non avvezza alle e tanto meno amante delle retrocessioni ( e chi di noi in fondo lo e’), si riprese i suoi 15 minuti di celebrità ritirandosi nella sua villa di Mustique (nei Caraibi), circondata da ospiti famosi, libagioni, ed alcool. In barba agli echi reali, che l’accusavano di sperpero di denaro pubblico quando bisognava stringere i cordoni della borsa.

In barba a chi non la voleva fra i piedi perché considerata una discreta rompiballe, perché correggeva da sé i propri discorsi e si faceva rimuovere la sabbia dai regali piedi.

I suoi 15 minuti di celebrità si riassumono in questa foto, scattata dal marito, molto commoner (uomo comune) ma stimato fotografo.

Come a voler dire, la mia corona per una vasca da bagno, 1962.

Non a tutti quelli a cui viene detto di stare bravi ed ubbidienti al loro posto, lo fanno. Non lo fece Margaret.

Non lo feci io, durante un’assemblea di istituto, della peggior specie, di quelle tirate per le lunghe, perché nessuno degli studenti presenti voleva rientrare in classe, quantomeno noi dell’ultimo anno.

Nel disperato tentativo (mio) di scaldare le masse, feci un inutile intervento.

Quando presi la parola non mi aspettavo che nonostante tutto gli studenti mi ascoltassero, per cui mi ritrovai al centro della scena, con occhi impietosi che mi fissavano, attendendo chissà quale verità potesse venire fuori.

Invece buttai lì quattro cretinate, ed anche mal dette. La mia abilità oratoria era ben lontana dall’essere affilata come adesso, e parlare a degli sconosciuti può essere totalmente paralizzante.

Ricordo solo che esordii con un banale “Ciao”, e chiusi con un “Grazie per l’attenzione e ciao”, in mezzo a pochissimi applausi e tante risate (di scherno).

Sgomitare per la celebrità quando non sei pronta e non sei dotato di protezione, è il primo passo per l’ustione.

Anni dopo, i miei minuti di celebrità mi videro protagonista “inconsapevole” sul bancone del Bar del Cocobongo di Playa del Carmen, di cui metto qui sotto una foto presa da Internet.


roseglennorthdakota.com

Io ero con un gruppo di ospiti, e non so perché mi trovavo sotto il bancone in mezzo alla pista, che funge anche da stage per alcuni performer, ed il corpo di ballo, inclusi anche i circensi ed acrobati che con le loro performance colorate arricchivano lo spettacolo intervallato da musica e giri di alcool.

Non so dire come, ricordo una mano tesa, un paio di spinte, et voila’, mi ritrovai sul bancone del bar, in mezzo ad inglesotte mezze scosciate e sguaiate che ammiccavano e tentavano malfermi passi di bachata, urlando “This Waaaaaaaaaaaaaaaaaaaay!” per farmi capire da che parte dovevo andare per seguire la corrente, e non disturbare l’ammiccante coreografia.

Sono italiana, mica scema, pensai, avevo più ritmo di loro, e soprattutto meno drinks in corpo. Ma gli inglesi li conoscevo abbastanza bene, ed in fondo quelle lì mi sembravano simpatiche e dopotutto inoffensive, per cui stetti al gioco, fintanto che qualcuno urlò ancora più forte, e soprattutto qualcuno dotato di più autorità dell’alcool che si erano scolate, per cui scendemmo giù tutte per fate spazio ai performers quelli veri. Quelli che il ritmo ce l’avevano davvero.

A distanza di pochi mesi, tornai al Cocobongo, era novembre, con un gruppo di parrucchieri scatenati più che mai.

Me ne stavo sulle scale a cercare di capire come poter arrivare nuovamente al Bancone, perché quando ti ricordi il calore del sole, nonostante la bruciatura, vuoi tornare ad esporti (anche se la pelle inorridisce al solo pensiero), quando sentii grida, urla, ed il vociare tipico dell’italiano in vacanza.

Seguii gli sguardi, e vidi una signora del mio gruppo, che era arrivata là dove gli umani non riescono, sul balcone rotondo del punto più altro, sopra 360° di vita, immersa nel suo vestito, con getti di calore che le sollevavano le vesti (tipo Marilyn Monroe), lasciando a noi sotto la visuale non solo di quello, ma anche del suo sederone tondo mutandato ( per fortuna aggiungerei).

Ho applaudito, un po’ perché in fondo era una del mio gruppo, un po’ per sportività, un po’ per il coraggio sfrontato.

La signora aveva avuto il suo assolo.

Margaret di Inghilterra voleva fuggire la notorietà, ma poi la ricreava quotidianamente con la sua chiassosa riservatezza.

Io me li ero già bruciati, i miei 15 minuti di celebrità?

Perché diciamocelo, tutti almeno una volta nella vita, abbiamo provato a prendere il posto mare in prima fila, nonostante la sveglia all’alba, perché non sempre ci danno le ferie a settembre, e le spiagge ad agosto sono affollate.

Perché in prima fila senti le onde.

Perché in prima fila i selfie vengono meglio, e nessuno dietro fa le corna, e sai quanti like mi prendo?

Perché in prima fila il sole arriva dal mare, ed abbronza di più.

Perché ti posso dare un consiglio? Che se ti sposti di un poco, passeggiando sulla sabbia umida con la crema sulle spalle e le infradito fra le dita, arrivi a quella spiaggia greca con un poco di venticello, con sdraio e lettino al costo di 3 euro, e guarda un pò, ti danno anche l’anguria.

Ma non lo dire a nessuno, che poi ci vanno tutti.

E buona estate.

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