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nord sud ovest est

Sonia Gandhi non e’ mai stata considerata come una di loro.

Nonostante abbia passato ormai la maggior parte della sua vita in India, per loro restera’ sempre una straniera.

Nonostante non ami considerarsi italiana, i suoi figli siano figli dell’India, candidati a guidare il Paese, a ripercorrere le orme di nonna Indira, nonostante rigetti il suo passato.

Chissenefrega. Non e’ indiana. Come non lo sono io.

L’India ti accoglie come il padre benevolo, Siva. Ti protegge, come Brahma.Ma tu pero’ non mi conosci.

 Hai voglia a metterti i ciclamini fra i capelli, come le donne indiane.

Tu non sei come loro.

Vuoi l’India? Va bene, te la faccio vedere. Ma ti becchi tutto il pacchetto completo.

 O la ami o la odi.  

C’e’ una certa dissonanza fra il caos che regna per le strade, ed il caos che regna nella cosmogonia indu’.

O almeno, quello che a me sembra caos, il resto degli indu’ lo chiama ordine. In strada: tuc tuc (leggi taxi, il cui avviamento consiste in una corda tirata), biciclette, con conducente con relativo carico di fieno/latte/ scatole, oppure con relativo carico di preghiere da snocciolare a Ganesh (dio elefante, figlio di Siva e Parvati) per evitare di lasciarci la pellaccia, su quella strada. Ci sono automobili, bus turistici, bus scolastici, vacche soprattutto.

Sacre, sacrissime.

Forse sono quelle che se la spassano meglio, in questo casino.

Piu’ sacre quasi dei pedoni, leggi esseri umani, la cui vita e’ una continua ricerca del fare perfetto, per compiacere gli dei.

Che se ne stanno in cielo, appunto. Ordine perfetto. 33 milioni fra dei e semidei. 

O la ami o la odi.

La citta’ di Madurai, la capitale del Tamilnadu, primo stato tra i 28 che costellano questo gran casino di visi, fiori, abnegazione, rassegnazione, ma grande rispetto, (leggi India, o la ami o la odi).Nata da una goccia di sudore del grande Siva, che se ne stava in Paradiso, a guardare e sudare, vegliare e farsi venerare, mentre una perla del suo sacrissimo liquido cadde su quel luogo, facendola diventare la citta’ del nettare. La citta’ sacra.

O la ami o la odi.

Sacra, come le abluzioni sul fiume Kaveri, il Gange del Sud, nella citta’ di Amma Mandapam, luogo che raccoglie tutte le miserie altrui e le trasforma in moneta sonante per i tanti rabbini che danno le istruzioni a poveri vedovi, che non sanno come liberare lo spirito della povera moglie (devo darle pace, prima di prenderne un’altra, libero la sua anima, e pacifico la mia ecco getto la ciotola con le banane ed i fiori nel fiume, e mi immergo tre volte), o madri di tre figlie femmine, (tripla sventura) che hanno perso tutto, che non si possono risposare, che non possono piu’ fare finta di amare.

Abluzioni mattutine nel fiume Kaveri

Vita finita, qui non c’e’ altro giro altra corsa, la vita ti ha riservato un marito morto giovane e tre assi, ma ti manca il quarto.

Mi dispiace, dammi le monete, hai finito.

Il dolore di queste persone finisce in un canale di scolo insieme alla pipi’, insieme alle bustine di olio per lavarsi i capelli, insieme al riso, insieme alle lacrime che non posso versare, insieme alla cenere dei morti. 

O la ami o la odi. Sacra, come il settimo recinto del Shirangam Temple, di Trichy. 7 mura in cui vivono 23000 persone. Ma tu pero’ non mi conosci, e non sarai mai una di noi. Nel settimo recinto non entri, non vedrai il sancta sanctorum ricoperto di oro, anche se ti arrampichi sul tetto.

Credi di essere piu’ furbo?

Io ed i miei 33 milioni di dei semidei e compagnia cantante siamo piu’ furbi. 

O  mi ami o mi odi.

Sacra come la casta.

Bramini, guerrieri,mercanti, contadini. I matrimoni devono restare dentro questi confini. Non si può pisciare fuori dal vaso. In strada si, ma mi devo sposare uno che appartiene alla mia casta. Anche Siva ha sposato una della sua casta, Parvati dalle 9 forme e dai nove nomi. Anzi, la sposa tutte le notti nella suggestiva cerimonia dello sposalizio nel tempio di Meenakshi, incarnato nel suo veicolo, il toro, che i bramini portano con tanto di effluvi di incenso con cori e canti dei fedeli fino al tempio della sposa.

E li’ resta, tutta la notte, per poi tornare semidio e lontano nel suo tempio a vegliare su tutti noi, anzi, su tutti voi, perche’ tu non mi conosci, e non sarai mai una di noi.

 O la ami o la odi.

Sacra come la natura, che tutto offre. Sacro come la pioggia, che oggi mi accogliie nel Kerala.

pioggia che mi accoglie in Kerala

O la ami o la odi.

Per ora, nonostante non ti conosca, e non saro’ mai una di voi, comincio ad amarti.

to be continued. 

End of part 2.

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Un commento

  • Paola Vanzetti

    .. Restare dentro i confini… L ‘ignoto può spaventarti e fermarti o affascinati e attrarre la tua attenzione. L’ ignoto è oltre i confini che ci diamo o che ci sono per cultura, religione e spero mai per paura. Rispettare i Confini è molto simile a rispetterà i limiti e apprezzare i riferimenti che la vita ci dà. Quando sei senza riferimenti puoi smarriti ma dai a te stesso la possibilità di attribuiti la giusta importanza. Non sono pronta per l ‘India ma il Brasile questo mi ha lasciato. Grazie Baudy.

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