India del Sud,  Travel

All this time I was finding myself and I/ didn’t know I was lost

Sonia Gandhi non e’ mai stata considerata come una di loro. Nonostante abbia passato ormai la maggior parte della sua vita in India, per loro resterà’ sempre una straniera. Nonostante non ami considerarsi italiana, i suoi figli siano figli dell’India, candidati a guidare il Paese, a ripercorrere le orme di nonna Indira, nonostante rigetti il suo passato.

Chissenefrega. Non e’ indiana. Come non lo sono io.

L’India ti accoglie come il padre benevolo, Siva. Ti protegge, come Brahma.”Ma tu pero’non mi conosci*.

Hai voglia a metterti i ciclamini fra i capelli, come le donne indiane. Tu non sei come loro.

Vuoi l’India? Va bene, te la faccio vedere. 

 Ma ti becchi tutto il pacchetto completo.      

Sono arrivata all’aeroporto di Chennai/Madras dopo una sosta (breve) nel   Paese dei balocchi, Dubai. E me la sono anche tirata a Malpensa, ho mostrato la carta di imbarco, cercando di intrufolarmi nella lounge, ma con una misera economy dove voglio andare. Tutto e’ figo, sembra risplenda. Sono fighe persino le etichette bagaglio, in plastica dura.

Arrivi a Dubai, e ti accoglie un aeroporto modernissimo, con piante e cascate d’acqua. Tutti giovani, rampanti, businessmen d’Oriente, giovani e perfetti.      

Sono arrivata a Chennai, dicevo. Aeroporto sgarrupato, nel vero senso   della parola, finestroni sporchi, cessi nel vero senso della parola. Nessuno che ti viene a pulire il lavandino mentre ti lavi, anzi, sembra che la pulizia manchi da secoli. 

Welcome to India, bellezza.      

Da Chennai e’ cominciato il mio tour nell’India piu’ verde, spirituale,   piovosa.

Inutile negare, impatto forte ma già’ provato molte volte nel mio peregrinare nel mondo: stessi bambini che corrono scalzi, che osservano la  tua pelle, ed i tuoi pantaloncini corti nei templi, la tua macchina fotografica, che ridono del tuo bindi (fatto con lo sterco di mucca) sulla testa, che il sudore ha fatto colare.

E tu invidi i fiori di gesso che le donne disegnano al mattino fuori dalle case, per ringraziare tutto il loro milionario pantheon di divinità’.      

Da Chennai e’ cominciato il mio viaggio nei templi di Siva, di Ganes, di   Visnu, di Parvati, la scara famiglia che regna su tutti loro.

108 sono le forme che può’ assumere Siva, 108 sono le varietà’ di frangipane che qui esistono, 1008 sono le forme di Visnu, 108 i tori che trovi sui templi. 1+8= 9 numero sacro. Tutto Torna.

This is India, bellezza.      

Da Chennai e’ cominciato il mio viaggio, che mi ha portato a Mamallauram, a vedere i siti archeologici, prove tecniche di architettura dravidica.   tagliati su monoliti, veri e propri pezzi unici, come le palle di burro,   enormi massi trovati li’, quasi per caso, secondo la leggenda usati dal principe Krisna per respingere le sue 16000 concubine (che alla fine comunque caddero ai suoi piedi).  

Da Chennai il mio viaggio mi ha portato nello stato di Pondicherry, a visitare la tomba del santone, passaggio obbligato per arrivare a Tanjavure, e vedere il famoso tempio di Chola

Tempio di Chola, Tanjavure.

uno dei piu’grossi templi dell’ India del Sud, con due gopuram (ingressi), che si stagliano imperiosi contro il cielo plumbeo, ed un ashkaram di 63 metri, che contiene il lingam di Siva (leggi un gigantesco fallo, altrimenti come avrebbe fatto  a creare questa tribu’ di divinita’).

108 lingam di Siva

This is India, Bellezza.  

La religione e’ l’oppio dei popoli, qualcuno ha detto. Vedendo quello che ruota attorno al tempio, pare proprio cosi’. Il paesaggio che mi scorre davanti, e sotto i piedi, e’ un susseguirsi di templi colorati, di strade melmose perché’ ha piovuto, di sacchetti di immondizia, di vacche che ruminano, di piante di cocco, di donne in sari. Di occhi neri, e profondi. Di piedi nudi adornati di anelli, come usano le donne sposate.

This is India, bellezza.  

Di qui e’ cominciato il mio viaggio.

This will be India, bellezza.

To be continued  – end of part 1.

2 commenti

  • Paola Vanzetti

    Che senso ha costruire una chiesa, un tempio… La spiritualità passa anche da qui. Coltivarla costruendo qualcosa ci aiuta a vivere la nostra semplice umanità e a ricordare a chi sarà dopo di noi che si può dare un senso alla propria esistenza. Credere aiuta ad avere fiducia e coltiva la Speranza… Questa è la vera importanza di un tempio… Grazie Baudy.

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