Adrenalina
In questo 2019 ho bisogno di adrenalina. Ma di quella positiva, che danno le sorprese quando non te le aspetti ma ci speri. Che danno gli abbracci, ed anche se quelli li aspetti va bene lo stesso. L’adrenalina che trovi all’inizio dei viaggi, quando ti prepari al decollo.
In attesa di sorprese, abbracci e decolli, l’adrenalina l’ho trovata in una fredda mattina di fine gennaio, su di una piattaforma sul Po, affacciandomi su di un’ acqua la cui schiuma certo da vedere bella non era.
Ma come per tutte le cose, se la prima impressione conta, raramente è quella giusta.
“Attenti che l’acqua è bassa”, ho sentito dire.
“Non ti tuffare di testa” Non c’è pericolo mai stata capace.
“Stai vicino alla scaletta” ha aggiunto qualcun altro.
“Non aprire la bocca”. Sarò mica matta.
“Guardate la mia bambina!” ha ribadito mia madre, andando a cercare i miei compagni di batteria, (nota bene che fra questi c’era mio padre)
Avvolta nel mio accappatoio giallo, con i piedi incastrati e gelati nelle mie infradito, percorro la distanza che mi separa dalla piattaforma.
Mi posiziono, cerco dal basso le facce amiche che mi fanno i video, guardo i veterani del tuffi intorno a me che si posizionano strategicamente per evitare di stare in acqua il meno possibile.
Il mantra ripetuto in testa, perché sono una secchiona e non mi faccio trovare impreparata.
Raccoglilegambe
Nontituffareditesta
Nonaprirelabocca
Miopadrenuotapiùvelocedime.
Sarò stata in acqua dieci secondi, che mi sono sembrati i cento metri di una Pellegrini fuori forma.
In quei dieci secondi ho solo sentito l’acqua fredda, ed il cuore battere.
Il cuore batteva, ma non mi muovevo.
Il cuore batteva, ed io lo sentivo.
Il cuore batteva, e l’adrenalina saliva.
L’adrenalina batteva ed il cuore saliva.
L’adrenalina saliva il cuore.
Se il cuore è la scaletta, allora l’adrenalina è l’acqua del Po che nonostante il freddo, la fine di gennaio e tutta la schifezza dentro, devi attraversare per arrivarci. SubExplorer Centro Attività Subaquee
@ Circolo Canottieri Caprera
