Travel

la differenza fra me e

Ho sempre pensato che le piccole cose siano quelle che facciano la differenza.

Come quando ti tagli le dita con la carta, o batti il mignolo del piede contro lo stipite della porta.

Come quando metti un paio di orecchini nuovi, e tutti te li guardano, e ti dicono che ti illuminano il viso.

Come quando mangi un pezzo di cioccolata, e poi ti lecchi le dita.

I sassi della spiaggia di Lalaria, nel nord dell’isola, fanno la differenza. Sono tanti, piccoli e bianchi. Possono dare fastidio alla schiena se ti sdrai, ma poi guardi con la testa piegata ed un occhio chiuso il mare davanti a te. Una distesa di acqua pazzesca, cristallina.
Ci si arriva solo con la barca, e’ per quello che e’ cosi’ famosa, e cosi’ bella. E cosi’ diversa dalle altre circa 60 spiagge di cui Skia(n)thos e’ ricoperta.

spiaggia di Lalaria

I faraglioni la proteggono, e creano un’ombra naturale, gettonatissima dalle decine di turisti che qui accorrono per poter dire che ci sono stati. Ed a ragione, perche’ e’ un posto (relativamente) incontaminato, e (relativamente) accessibile. Da tutti, ma non per tutti. Questa e’ la differenza.

A dieci minuti di distanza, si stagliano i ruderi dell’antica Kastro, ex fortezza costituita da un insieme di case e monasteri, luogo scelto dagli abitanti dell’isola, che terrorizzati dagli attacchi di pirati e co. si rifugiarono sulle alte rupi fino al 1829, quando anche qui comincio’ a sventolare la bandiera greca.
Per arrivarci, circa 15 minuti di strada sterrata. Ma il panorama, da lassu’, toglie il fiato. La differenza, eccome se c’e’. E si vede.

ruba bandiera?

La cittadella medievale ospitava circa 20 chiese, una popolazione che oscillava dai 500 ai 1500 abitanti, cisterne per acqua, e le armi di difesa, come i cannoni, che si possono tuttora vedere.

sul coluzzolo /della montagna

In caso di incursioni nemiche, sopra le torri di ingresso erano poste cisterne contenenti olio bollente, che venivano rovesciate sulle navi nemiche in caso di attacchi.
Per chi non ce la facesse ad arrivare fin su, anche se ero circondata da scarpe da ginnastica, infradito, e persino mezzotacco, ci si puo’ sollazzare sulla spiaggia omonima, contornata da un fiume naturale che costituisce la sacca d’acqua in questo angolo di roccia.

Dicono che Skia(n)thos, cosi’ come le sue cugine Skopelos, Alonissos e Skyros, ovvero le Sporades (dal greco “sporadiche, irregolari”), siano il risultato di una gara fra i Giganti e gli Dei. Chi avesse lanciato piu’ lontano nel Mare Egeo dei sassi staccati dalla penisola di Pilio, avrebbe vinto. Secondo me la gara l’hanno fatta dopo essersi sbafati le mezedes (tapas greche), accompagnate da un bel bicchiere di tsipouro (grappa greca, come il raki), sta di fatto che le isole sono disseminate alla capicazzo (come direbbe il mio amicone di Rodi, Giovanni).

Ma non solo gli dei mitologici volsero il loro sguardo sulle isole verdeggianti vicine alla Mainland.

Gli stessi Beatles posarono gli occhi sull’isolotto di Tsougria’, distante una decina di minuti dall’Old Port di Skia(n)thos, con l’intenzione di comprarlo.
Isolotto completamente disabitato, con spiagge sabbiose ed una fitta e bassa vegetazione alle spalle.

Tsougria’ from the hill

Alla fine i Fab 4 non trovarono l’accordo con i proprietari dell’isola, (quelli della birra Fix, mica pizza e fichi) e non se ne fece nulla. Ma a me piace pensare che magari “Hey Jude” sarebbe potuta nascere con il sottofondo delle cicale, sotto il sole, mentre Paul si mangiava lo yoghurt, e Ringo con il panama in paglia faceva ciondolare mollemente i piedi nell’acqua (anche se il proprietario del baretto, dopo avermi raccontato la storiella, ed aver visto la mia faccia stupita e contenta per il nuovo gossip da raccontare, mi ha borbottato tipo “Ed ora che lo sai? Fa differenza?” spegnendo tutti i miei ardori, chiamamoli giovanili. Bastardo).

Ora che lo so, c’e’ una bella differenza.
Come quando ho scoperto che dietro la spiaggia c’e’ un sentiero che porta alla chiesetta dell’isola, raccolta e misteriosa, dal cui balcone si apre il mondo. In pochi la conoscono.

prova di autoscatto dal balconcino

Sai che noia, caro proprietario del baretto, se fosse tutto uguale? Una sequenza di diapositive senza sale.
Se nessuno ti facesse piu’ domande, non ci sarebbero piu’ risposte, piu’ storie da inventare, piu’ aneddoti da raccontare. Non ci sarebbero piu’ le cose che restano.

Che tanto alla fine sono le differenze, quelle che restano.

Come pigiare l’acceleratore quando tutti si aspettano che tu continui ad andare in terza.

Sgomma, e lascia il segno.

Filakia, E.

3 commenti

  • Francesca B.

    le piccole cose che fanno la differenza? il caffè che prendi nella tazzina di starbucks oppure il tuo dono di fissare un armadio pieno zeppo di vestiti e individuare subito il nuovo acquisto…

  • Amy

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